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Home >Consigli di viaggio > Safari in Tanzania: la guida di viaggio
11 gennaio 2021
Chissà quante volte vi sarete trovati a invidiare l’amico o il parente di turno che, appena tornati da un viaggio in Africa, vi hanno raccontato meraviglie di questo paese e dei suoi paesaggi naturali.
L’Africa, in effetti, è un paese ricco di fascino che, almeno una volta nella vita, ognuno di noi dovrebbe visitare. Perché allora non iniziare con un bel viaggio in Tanzania, che con i suoi numerosi parchi naturali, è sicuramente la prima destinazione da prendere in considerazione per un safari emozionante e avventuroso.
Leggi anche “Safari in Africa: le migliori destinazioni per la vostra avventura”.
Pensando a chi ha da sempre questo desiderio, abbiamo deciso di parlarvi proprio dei parchi nazionali più importanti della Tanzania, dandovi qualche informazione per fare trekking sul Kilimanjaro, e fornendovi le necessarie indicazioni climatiche per valutare il periodo migliore in cui partire per questo perfetto esempio di “Viaggio avventura”.
Leggi anche “Cosa vedere in Tanzania”.
1 . Il clima della Tanzania
2 . I Principali Parchi
3 . Ruaha National Park
4 . Selous Game Reserve
5 . Serengeti National Park
6 . Ngorongoro conservation area
7 . Arusha National Park
8 . Tarangire National Park
9 . Lake Manyara National Park
10 . Il Kilimanjaro
11 . La Grande Migrazione (estiva e invernale)
La Tanzania è un paese africano molto vasto, con un territorio variegato, pertanto il clima può variare di zona in zona. Gli altipiani, ad esempio, presentano un clima sub-tropicale o tropicale, anche se il caldo è mitigato dall’altitudine.
Sulle coste invece, più pianeggianti, il clima è sempre caldo e umido, in particolare nel periodo compreso tra novembre e aprile. Il periodo più fresco e secco copre infatti solo i mesi che vanno da giugno ad agosto.
Le piogge si manifestano soprattutto nel pomeriggio sotto forma di acquazzoni. Il territorio però, proprio a causa della sua ampiezza, è suddivisibile idealmente in quattro zone, diverse tra loro, per quanto riguarda la stagionalità delle piogge.
A nord e ad est, le piogge si concentrano da ottobre a dicembre, e da marzo a maggio. A nord ovest invece, piove soprattutto da ottobre a maggio. Nella zona del centro sud piove da dicembre ad aprile, mentre a sud, a sud est e a ovest da novembre ad aprile.
Leggi anche “Quando andare in Tanzania: clima, temperature e stagioni”.
Ora però vediamo quali sono i principali parchi nazionali da visitare durante un safari a piedi, in jeep o anche in barca. Durante il vostro viaggio, potrete ammirare gli animali più affascinanti del pianeta e la natura più selvaggia.
Il parco nazionale di Ruaha, istituito nel 1964, è il più grande della Tanzania, con un’estensione di 10.000 km quadrati. Il parco prende il nome dal fiume Great Ruaha e ospita le specie più tipiche della fauna africana come elefanti, bufali, zebre, gnu, antilopi, giraffe, facoceri, scimmie, leoni, leopardi, ghepardi, licaoni e iene, ma anche coccodrilli e ippopotami e oltre 370 tipi di uccelli.
La riserva faunistica del Selous è Patrimonio mondiale dell’UNESCO, ed è il parco faunistico più grande del continente africano: ospita infatti più di 300.000 elefanti e 200.000 bufali, ma anche ippopotami, coccodrilli, gnu, antilopi, zebre, giraffe e cani selvatici. Il fiume Rufiji divide la riserva in due, e di queste la parte settentrionale è quella più visitata. Il territorio è grande quattro volte il parco del Serengeti ed è molto bello da visitare nella stagione verde a marzo e dalla metà di novembre fino a metà dicembre.
Il Serengeti National Park è situato nel Nord della Tanzania, ed è una delle aree protette più importanti dell’intera Africa orientale. Patrimonio dell’UNESCO dal 1981, è abitato al suo interno dai “Big five”, ovvero l’elefante, il leone, il leopardo, il rinoceronte e il bufalo.
La Ngorongoro conservation è un’area area protetta che si estende dalla zona vulcanica fino a unirsi con il Serengeti, con cui forma un territorio unico.
L’area è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, e al suo interno vivono elefanti, bufali, rinoceronti neri, ippopotami, leoni, ghepardi, leopardi, sciacalli e iene. Gli specchi d’acqua attirano un’infinita varietà di uccelli durante la grande migrazione, rendendo l’area perfetta per il birdwatching.
Situato a Nord della Tanzania, il parco nazionale di Arusha è uno dei più piccoli, anche se presenta un habitat molto variegato: savana, paludi, aree vulcaniche, laghi e montagne si alternano in un’area che non raggiunge i 140 Km quadrati. Il parco è famoso perché al suo interno si concentra il maggior numero di giraffe al mondo, a cui fanno compagnia ippopotami, facoceri, antilopi, iene e leopardi.
A circa 100 chilometri da Arusha si trova il parco del Tarangire, che prende il nome dal fiume che lo attraversa. Boschi e pianure alluvionali caratterizzano questo parco, decisamente più verdeggiante rispetto a quello del Serengeti.
Durante la stagione secca il parco si anima grazie all’arrivo di moltissimi animali simbolo della fauna africana come elefanti, bufali, giraffe, leoni, ghepardi, gnu, gazzelle, zebre, dik dik e kudu minori.
Il parco nazionale del Lago Manyara, che prende il nome dal lago omonimo, si trova a circa 130 km da Arusha, lungo la strada che conduce ai grandi parchi del Serengeti e del Ngorongoro.
Il territorio è molto variegato: corsi d’acqua, foreste, acacie e grandi baobab lasciano il posto in alcuni punti al paesaggio tipico della savana.
Babbuini, giraffe masai, leoni gnu, zebre, ippopotami e fenicotteri abitano questo parco anche se sono gli elefanti l’attrazione principale di quest’area.
Il Kilimanjaro, nella Tanzania nordorientale, è il monte africano più alto e uno dei vulcani più elevati del pianeta. Meta prediletta dagli amanti delle escursioni e del trekking, offre sei diversi itinerari da percorrere, anche se i più importanti sono:
La Lemosho Route inizia ad ovest degli ingressi di Marangu e Machame, e attraversa le radure dove non è difficile incontrare qualche animale selvatico. La Marangu Route, o Coca Cola Route, è senza dubbio la più famosa e attraversata: l’intero percorso richiede 5 giorni, ma è meglio stare larghi e prevedere qualche giorno in più per adattarsi ai cambiamenti climatici.
La Machame Route forse è il percorso più emozionante grazie ai suoi splendidi paesaggi, anche se è adatto ai più avventurosi.
La Rongai Route, infine, è il percorso preferito da chi ama il trekking, perché consente di salire e scendere diversi versanti della montagna, per contemplarne tutta l’imponenza.
La Grande Migrazione estiva inizia a luglio e termina a settembre. Le zone coinvolte sono quelle del Parco Nazionale del Serengeti e del Masai Mara.
Questo periodo è perfetto per i safari, perché il clima è secco e le temperature medie minime si aggirano attorno ai 15 gradi, mentre le massime intorno ai 27.
La grande migrazione invernale, invece, va da dicembre a marzo, e il territorio coinvolto è l’Area Conservazione di Ngorongoro, in cui le mandrie si stabilizzano per riprodursi e partorire i cuccioli.
In questo periodo le piogge colpiscono soprattutto le zone che presentano un’altitudine superiore ai 2000 metri. Precipitazioni scarse e temperature dai 10 ai 23 gradi invece tra gennaio e febbraio.
Leggi anche “Quando vedere la Grande Migrazione in Tanzania”
Giorgia Alto
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