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Home >Consigli di viaggio > Assicurazione Sanitaria per gli Stati Uniti: come funziona?
18 giugno 2021
Un viaggio negli States è il sogno di molti. Che si parli di attraversare la leggendaria Route 66, anche solo per qualche miglio, di perdersi negli incroci dell’immensa New York o di respirare lo stile di vita della California, ogni vacanza a stelle e strisce che si rispetti merita una programmazione forse più accurata e lungimirante rispetto ad altre mete.
Fra i preparativi che possono davvero fare la differenza tra una vacanza da sogno e un viaggio da incubo c’è l’assicurazione sanitaria di viaggio per gli Stati Uniti.
Si tratta di una polizza per mettersi al riparo dagli imprevisti di natura medica e, soprattutto, dai costi della sanità americana che possono essere davvero esorbitanti.
Per questo motivo, Columbus ha messo a punto un’assicurazione di viaggio online chiara e completa, per viaggiare negli Stati Uniti, e nel resto del mondo senza preoccupazione.
1 . L’assicurazione viaggio per gli Stati Uniti
2 . Come funziona l’assistenza medica negli Stati Uniti
3 . il Medicaid e il Medicare
4 . Viaggiare Sicuri negli Stati Uniti: cosa dice la Farnesina
La polizza sanitaria Columbus per viaggiare negli Stati Uniti garantisce una copertura completa ed efficace contro i principali imprevisti e rischi legati alla salute.
Nello specifico, stipulando un’assicurazione di questo tipo, il viaggiatore riceverà coperture e rimborsi per diversi servizi, tra cui:
Oltre a queste coperture, gli assicurati possono richiedere assistenza 24 ore su 24, 7 giorni su 7.
A questo, si può aggiungere anche l’opzione zero franchigia, che permette di ricevere il rimborso totale delle spese, senza detrarre i costi di franchigia solitamente applicati nelle polizze assicurative.
L’assicurazione sanitaria Columbus per viaggiare in America cerca di prevenire spiacevoli eventualità. Per questo motivo, oltre alla copertura delle spese mediche, la compagnia offre ai suoi assicurati anche il pagamento delle spese legali (fino a 10.000 euro) e della responsabilità civile (fino a 500.000 euro).
Un’opzione utile, ad esempio, anche nel caso di un semplice incidente stradale.
Da includere, fra le coperture, anche i costi per l’annullamento del viaggio a causa di malattie o infortuni, con un massimale in questo caso di 2000 euro, sottoscrivendo una polizza per la cancellazione o l’interruzione del viaggio.
Infine, se viaggiate con la famiglia potete usufruire dell’assistenza gratuita ai bambini da 0 a 18 anni.
Per capire in che modo un’assicurazione sanitaria possa davvero tutelare un turista in tuo viaggio negli Stati Uniti, bisogna aver chiaro il quadro della sanità americana. Negli Usa vige un sistema misto, in cui ad un’assistenza sanitaria pubblica di base garantita alle fasce più deboli, si affianca un imponente sistema di assistenza privata, affidata sostanzialmente alle compagnie assicurative.
Questo significa che chiunque si trovi in territorio americano sprovvisto di coperture dovrà pagare di tasca propria i conti salatissimi delle cure. Non si tratta solo di prevedere le situazioni più gravi e complesse. Anche un semplice mal di pancia da indigestione può arrivare a costare molto caro.
Basti pensare che il costo medio di una semplice slogatura si aggira sui 500 dollari, mentre una comune radiografia può arrivare a costare anche 1000 dollari.
Si tratta, com’è chiaro, di costi proibitivi, che la maggior parte degli americani è abituata a coprire affidandosi a dei programmi assicurativi privati, solitamente stipulati tramite il proprio datore di lavoro.
Esistono però anche dei piani di assistenza sanitaria pubblica. Nello specifico, il Medicaid e il Medicare, rispettivamente destinati alle fasce meno abbienti e agli anziani over 65 e disabili.
Va precisato, ad ogni modo, che questi programmi sono rivolti esclusivamente ai cittadini statunitensi. Per i viaggiatori stranieri non esistono coperture né facilitazioni, e tutti i costi sono interamente addebitati al paziente.
Oltre ai problemi di natura economica, vanno considerati poi dei rischi concreti legati alla salute. Le strutture sanitarie statunitensi e il personale medico, infatti, sono per legge tenuti a dare precedenza ai possessori di assicurazioni sanitarie. Questo significa che, anche dopo un trasporto d’emergenza al pronto soccorso, un turista italiano potrebbe non ricevere cure immediate. Con evidenti rischi che sarebbe meglio non correre, anche nelle situazioni meno gravi.
Si ricorda anche che il Sistema Sanitario Italiano, ben diverso da quello statunitense, non copre le spese per i suoi cittadini al di fuori dei confini europei. Un’eccezione è costituita dai titolari di contratto di lavoro italiano in servizio negli Usa: in questo caso, il cittadino non è coperto da assistenza ma può chiedere un rimborso delle spese sostenute per eventuali prestazioni sanitarie.
Proprio per questi motivi, è la stessa Farnesina a invitare i cittadini italiani a dotarsi di un’assicurazione sanitaria prima di mettersi in viaggio negli Stati Uniti, un invito oggi esteso anche a chi viaggia in destinazioni più vicine a causa della pandemia di Covid-19.
La raccomandazione è rivolta in particolar modo ai soggetti che si recano in «Paesi in cui non vigono accordi bilaterali in materia di assistenza sanitaria». Come, per l’appunto, gli Stati Uniti d’America.
Il Ministero degli Esteri suggerisce inoltre che la polizza assicurativa di viaggio non preveda solo la copertura delle spese mediche, ma anche quelle per un eventuale rimpatrio sanitario o trasferimento, aereo o meno, in un altro Paese.
Un cittadino italiano in vacanza negli Usa e in condizioni di temporanea indigenza, quindi, non in grado di sostenere momentaneamente le spese per il rimpatrio sanitario, può infatti richiedere un prestito con promessa di restituzione. Un sostegno utile ma provvisorio, che in ogni caso addebiterà ogni costo del trasporto, comprese le spese accessorie per la scorta medica, al malcapitato paziente.
Davide Rossi
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