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Home >Consigli di viaggio > I siti UNESCO del Lazio
15 dicembre 2021
Roma e il Lazio custodiscono alcuni tra i siti UNESCO più importanti al mondo, un vero e proprio tesoro inestimabile che attrae ogni anno milioni di turisti.
Camminando per Roma è veramente difficile non incappare in qualche opera di rilevanza storica, soprattutto se si reste nel centro della città.
Non tutto il patrimonio artistico-culturale di Roma però, poteva essere dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, solo determinate luoghi e opere, che abbiamo raccolto nella nostra guida di viaggio.
Oltre ai siti UNESCO di Roma però, abbiamo deciso di presentare anche gli altri siti presenti nel Lazio, compresi i beni immateriali.
Se siete appassionati di siti UNESCO, vi consigliamo di leggere anche le nostre guide di viaggio:
1 . Il centro storico di Roma
2 . Tivoli: Villa Adriana e Villa d’Este
3 . Villa Adriana
4 . Villa d’Este
5 . Cerveteri: la Necropoli della Banditaccia
6 . Tarquinia: la necropoli di Monterozzi
7 . Viterbo: la Macchina di Santa Rosa
8 . La Faggeta Vetusta del Monte Cimino
Il “Centro storico di Roma” viene indicato come “Sito UNESCO” ma, ad essere precisi, la dicitura corretta di questo sito è “Centro storico di Roma, le proprietà extraterritoriali della Santa Sede nella città e la Basilica di San Paolo fuori dalle mura”.
Il sito, oltre a comprendere l’area più centrale della capitale, comprende anche i possedimenti del Vaticano situati all’esterno dei confini:
Per quanto riguarda invece i monumenti del centro storico di Roma che rientrano nel sito UNESCO, la lista sarebbe troppo lunga e probabilmente superflua.
Possiamo però elencare i luoghi della città dichiarati patrimonio dell’Umanità:
Luoghi noti in tutto il mondo con la loro storia, la loro arte e il loro miscuglio di epoche diverse.
A circa 30 chilometri da Roma, Tivoli ospita ben due siti UNESCO distinti, oltre a Villa Gregoriana, che non rientra nella lista dei Patrimoni dell’Umanità, ma rimane un posto incantevole e assolutamente da scoprire.
Villa Adriana risale al II secolo d.C. ed è composta da circa 120 ettari che ospitano i resti dell'antica villa dell’Imperatore Adriano.
Di questi 120 ettari solo 40 sono visitabili e nel percorso rientrano:
Villa d’Este, invece, appartiene al periodo rinascimentale, in quanto fu voluta dal cardinale Ippolito d’Este e fu costruita a partire dal 1560. La villa è stata poi restaurata e aperta al pubblico a partire dal 1930.
In tutto, la villa dispone di circa 4,5 ettari e vanta fontane scenografiche, ninfei, grotte e giochi d’acqua.
L’architettura di questo posto è stata presa come modello per la realizzazione di tantissimi giardini sia in Italia che in tutta Europa.
Tra i monumenti maggiormente degni di nota presenti in questa villa, ci sono senza dubbio:
A 50 chilometri da Roma troviamo una delle due necropoli etrusche considerate Patrimonio dell’umanità, precisamente quella di Cerveteri, chiamata Banditaccia.
Questa necropoli si estende in tutto per circa 20 ettari e ospita migliaia di tombe, ma quelle visitabili sono solo 400 disposte su circa 10 ettari.
Qui si trovano tombe che vanno dal IX al III secolo a.C., un periodo di tempo molto esteso per una necropoli.
I reperti storici ed artistici ritrovati in questa necropoli sono innumerevoli, ma non si trovano più in questo complesso, bensì sono ripartiti tra vari musei, tra cui il Museo Nazionale Cerite (che si trova proprio a Cerveteri) e il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma.
La seconda necropoli è quella di Tarquinia e prende il nome di Monterozzi.
Questa dista circa 80 chilometri da Roma e con le sue 6000 tombe e 130 ettari di estensione, rappresenta il complesso più grande che si conosca. Il grande valore storico di questa necropoli risiede nelle decorazioni pittoriche presenti su ben 200 tombe differenti.
Queste pitture rappresentano l’unica fonte nel Mediterraneo della pittura dell’età pre-romana.
Inoltre, queste decorazioni hanno permesso di conoscere e studiare sia gli usi e i costumi della civiltà etrusca, sia il suo evolversi, dato che queste tombe appartengono ad un arco temporale compreso tra il VII e il II secolo a.C.
La Macchina di Santa Rosa, ad essere precisi, è un sito Patrimonio Immateriale dell’Umanità, intendendo per patrimoni immateriali i riti, le conoscenze, le rappresentazioni e le espressioni che una comunità riconosce come parte del proprio patrimonio culturale.
Questa Macchina è una torre alta circa 30 metri e pesante circa 51 quintali, che funge da baldacchino trionfale e sulla cui cima è posizionata la statua di Santa Rosa, ossia la patrona di Viterbo.
Ogni anno, il 3 settembre, questa macchina viene sollevata e portata in processione per le vie della città da circa un centinaio di uomini, chiamati “I Facchini di Santa Rosa”.
Questa processione rievoca il trasporto della salma della santa dalla Chiesa di Santa Maria in Poggio alla Chiesa di Santa Maria delle Rose, trasporto avvenuto nel 1258 a Viterbo per volere di Papa Alessandro IV.
A rientrare nel sito Patrimonio Immateriale dell’Umanità è quindi tutta la processione e la festa che ne consegue, non solo la Macchina vera e propria.
Leggi anche: “3 Settembre, Viterbo, c’è la festa per la macchina di Santa Rosa”.
L’ultimo sito appartenente ai beni UNESCO del Lazio (anche dal punto di vista cronologico, dato che il riconoscimento è stato dato solo nel 2017) è la Faggeta Vetusta che, precisamente, è un sito patrimonio naturale.
La Faggeta si estende per circa 60 ettari e i suoi faggi possono raggiungere anche i 40 metri di altezza. A renderla patrimonio dell’umanità sono stati gli aspetti ecologici e strutturali assolutamente unici di questi alberi maestosi, che hanno dato vita ad un ecosistema molto peculiare.
In questa faggeta, infatti, è possibile trovare cinghiali, ricci, ghiri, gatti selvatici, lepri e anche rapaci.
La Faggeta Vetusta rappresenta un esempio eccezionale dei processi biologici ed ecologici nell’evoluzione dell’ecosistema terrestre.
Davide Rossi
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