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Home >Consigli di viaggio > Cos'è e come funziona il Green Pass: il caso Israele
31 March 2021
Un QR Code per tornare alla normalità? Sarebbe questo il senso del Green Pass di cui, dentro e fuori l’Europa, si parla già moltissimo.
La Commissione è infatti al lavoro su una proposta di legge che permetterebbe ai vaccinati e ai guariti dal Covid-19 di viaggiare e usufruire di servizi e luoghi aperti al pubblico.
Un progetto ambizioso ma già in sperimentazione in alcuni Paesi, primo fra tutti Israele. Nel rispetto della privacy, sarà quindi possibile avere accesso anche a teatri, ristoranti, piscine, centri commerciali.
Tutto grazie a un documento che dovrebbe prendere il nome di “Passaporto Sanitario” o “Passaporto Vaccinale”, almeno in Italiano.
1 . Come dovrebbe funzionare il Green Pass Europeo?
2 . Con il Green Pass Israele apre i Teatri
3 . Grazie al Green Pass, Israele rilancia il turismo
4 . Digital Green Pass: il passaporto sanitario europeo
Le informazioni sanitarie, riguardanti il Covid-19, verrebbero inserite all’interno di una piattaforma pubblica, dove verrà indicata anche l’avvenuta guarigione o la somministrazione del vaccino anti-Covid.
A quel punto, al cittadino sarà rilasciato un codice a barre da presentare in aeroporto o all’accesso di luoghi di cultura, ristoranti, palestre. Questa sorta di passaporto avrebbe validità limitata: 6 mesi per i vaccinati e 3 per i guariti.
Il progetto europeo, come detto, si ispira in parte al modello israeliano, già in sperimentazione da marzo 2021.
Grazie al Green Pass Israele ha riaperto ristoranti, stadi, alberghi ed eventi culturali. Fra le riaperture più attese, c’è certamente quella dei teatri. Pur se con una capienza ridotta al 75%, già nei primi giorni di marzo i sipari sono tornati ad alzarsi nelle sale.
Le platee, anche se rigorosamente distanziate e con l’obbligo di mascherina, sono tornate a riempirsi di applausi ed emozioni. Un’immagine che al momento fa sognare tutta Europa.
Oltre ai luoghi di cultura e alle attività ricreative e di ristorazione, Israele ha avviato la sperimentazione del Green Pass anche come volano per il turismo. In questo caso, un semplice codice a barre diventa un autentico passaporto vaccinale, che permette alle persone di viaggiare per lavoro, necessità o turismo, al di fuori dei confini nazionali.
Naturalmente, la libera circolazione dei vaccinati non dipende solo dal Paese di partenza, ma anche da quello di arrivo. Così, Israele ha già provveduto a siglare due accordi bilaterali, con Cipro e con la Grecia (dal 22 marzo).
Al momento, questi sono gli unici paesi a riconoscere il Green Pass israeliano come una garanzia per lo spostamento dei cittadini.
Per quanto riguarda gli spostamenti verso la Grecia, le autorità hanno comunque fissato un limite settimanale di 10 mila persone.
I cittadini israeliani in possesso del passaporto vaccinale potranno quindi già viaggiare verso la Grecia, senza obbligo di quarantena né test negativi.
Uno spiraglio di normalità per le vacanze di molti, che però avrà bisogno di tempo prima di coinvolgere davvero tutti gli Stati.
Israele sta cercando di allacciare accordi anche con l’Unione Europea e con la Gran Bretagna. Il problema, al momento, è il diverso livello che le varie campagne vaccinali nazionali hanno raggiunto.
Basti pensare che nel mese di marzo Israele ha registrato la somministrazione della seconda dose di vaccino al 40% della popolazione.
Gli altri Stati invece, in alcuni casi molto indietro rispetto a questo traguardo, prendono ancora tempo per dare vita al proprio Green Pass.
Il progetto per un Digital Green Pass europeo al momento deve ancora confrontarsi con una serie di dubbi di natura sanitaria. Innanzitutto, non esistono ancora rassicurazioni sulla possibilità o meno per i vaccinati di contagiare gli altri.
A questo proposito, si consideri anche che, per ora, anche in Israele rimangono in vigore le misure basilari di prevenzione. Mascherine, distanziamento sociale, lavaggio frequente delle mani.
Precauzioni ritenute cruciali anche e soprattutto in questa fase. In secondo luogo, non si hanno ancora notizie precise sulla copertura degli attuali vaccini contro le nuove varianti in circolazione. Un motivo in più per procedere a una riapertura graduale, che tenga conto dei dati analizzati e dei possibili rischi implicati.
Le preoccupazioni della Commissione riguardano anche il rispetto della privacy dei cittadini. La condivisione di dati sensibili come quelli sanitari ha immediatamente allertato i Parlamenti e i Garanti.
Il progetto seguirà quindi una linea comune, che dovrà però essere approvata dai singoli Governi nel rispetto delle leggi nazionali.
Un progetto complesso, come lo ha definito lo stesso Mario Draghi. Il Presidente del Consiglio italiano auspica però la realizzazione di un passaporto sanitario entro giugno.
Più che un semplice passaporto vaccinale, si tratterebbe di una vera e propria cartella clinica legata al Covid. Il lasciapassare spetterebbe quindi non solo a chi ha ricevuto la seconda dose di vaccino, ma anche a chi ha già contratto il virus o ha effettuato un test negativo al Covid.
Il 28 marzo 2021, il Commissario UE Breton ha presentato un fac-simile del passaporto Sanitario Europeo, annunciando l’obiettivo di renderlo operativo da metà giugno 2021.
Tra gli obiettivi primari del passaporto sanitario europeo, c’è ovviamente quello di rilanciare il turismo.
Giovanna Lucchi
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