
Melbourne, nonostante sia stata superata in popolarità da Sydney, conserva ancora il suo fascino culturale e con il tempo è riuscita a reinventarsi come centro culturale grazie ai numerosi artisti che l’hanno scelta per il suo mix di culture.
Elisa, protagonista della nostra iniziativa “Natale in Australia”, ha colto di Melbourne l’anima hipster di questa città, la sua identità cosmopolita e la sua vivacità culturale.
Leggiamo insieme il suo diario su Melbourne.
Per consigli utili su cosa visitare, leggi anche "Melbourne cosa vedere": guida di viaggio
L’anima hipster di Melbourne
di Elisa
Di Melbourne sapevo giusto una cosa: che era la città con il più alto numero di caffè per abitanti. In realtà avevo anche letto delle barbe dei suddetti abitanti, così perfettamente lunghe uguali da diventare ridicole. E che per oltre un centinaio di anni è stata la città più importante d’Australia, sia a livello economico che culturale.
Quel che mi era sfuggito era il suo motto: “Melbourne: tutte le stagioni in un’ora.” Forse se avessi dedicato abbastanza tempo a informarmi su questo aspetto non sarei scesa dall’aereo in maglietta con quindici gradi. E non mi sarei lamentata del fatto di fermarmi solo un paio di giorni: in meno di quarantott’ore ho potuto vederla sotto la pioggia torrenziale, avvolta dalle nuvole dalla cima dell’Eureka Skydeck e invasa dal più abbagliante sole estivo che tramonta sullo Yarra River.
Melbourne è la città più hipster d’Australia: fate una passeggiata nelle Lanes del Central Business District o prendete il tram numero 11 per Brunswick Street, e vi sembrerà di essere piombati a metà fra Londra e Berlino.
In questa città si respira un’aria europea non facilmente identificabile:
bassi edifici vittoriani all’inglese, negozi di design in stile nordico o vintage come se ne trovano solo a Parigi, centinaia di ristoranti italiani e greci, una street art che fa invidia a tutta l’Europa messa insieme.
Eppure Melbourne è una città profondamente australiana, con un’ottima qualità di vita, un centro tutto grattacieli e una periferia di casette a un piano un po’ cadenti. È qui a Melbourne che gli artisti australiani vengono alla ricerca di visibilità, a fare spettacoli sul lungofiume di Southbank o a vendere le loro opere nei negozi di artigianato locale di Fitzroy.
Non ho mai visto una città così attenta al design ma che al contempo non sembrasse pretenziosa: persino i negozi di vernici hanno un tema, che sia nordico o bohémien, e riescono nonostante tutto a non perdere di autenticità.
Melbourne non dà l’impressione di un’accozzaglia di negozi e locali fotocopia, quanto piuttosto di un mix equilibrato di stili contemporanei: industriale, minimalista, hip-hop, naturalista.
(Arte a Melbourne)
Forse il merito è proprio del suo passato di centro culturale dell’Australia: un primato che pian piano ha dovuto cedere a Sydney, non senza sofferenza. È possibile che questo l’abbia spinta a reinventarsi come città simbolo dello stile contemporaneo e a dare un grande spazio alle avanguardie.
Con le migliaia di graffiti che ne ricoprono i muri e ne cambiano la faccia ogni mese, ha ragione chi dice che Melbourne non è una città per persone vecchie. Non lo è nemmeno per il turismo di massa, che si troverà molto più a suo agio di fronte all’Opera House di Sydney.
(Graffiti a Melbourne)
Ma Melbourne è senza ombra di dubbio una città vitale, autentica e stimolante, in cui vale la pena trascorrere più di un paio di giorni. Assicuratevi solamente di avere una giacca e una maglietta a portata di mano in qualsiasi stagione: almeno voi siete stati avvertiti!
(Uno dei pranzi di Elisa: carne di canguro!)
Immagini di Elisa
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